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Cresciuto in campagna, senza luce elettrica e in assoluta povertà, Herbert Achternbusch ripercorre, in questo romanzo, la storia allucinata della propria formazione e il riscatto attraverso l'arte. L'ambito che descrive e circoscrive comprende sia le devastazioni del passato che una proiezione fuori dal tempo in universi sospesi, a metà tra l'incubo e l'estasi. Sceneggiatore e amico di Werner Herzog nonché lui stesso regista, Achternbusch è autore di una visionarietà radicale e intransigente, capace, in questo libro, di proiettare sulla Germania del dopoguerra luci spregiudicate che fanno inaspettatamente emergere le nervature profonde e inconfessabili del rapporto tra i tedeschi e la storia del Novecento.